Il mio impegno
per un futuro migliore, in un’altra Lombardia
Cari amici, vorrei
provare a raccontarmi.
Sono nata a Milano
il 4 settembre di un anno speciale, il 1968, e forse non è un caso…
Sono sposata (con un
infermiere professionale) e ho due figli. Nel ’91 mi sono laureata
in giurisprudenza all'Università Statale di Milano; e nel ’95,
dopo aver esperito la pratica forense, ho superato l'esame per
l'abilitazione alla professione di avvocato. Da allora esercito la
professione principalmente in ambito giuslavoristico e penalistico.
Dopo qualche anno di
militanza nel PD ho aderito a Sinistra Ecologia e Libertà,
partecipando come delegata al suo congresso fondativo nell'ottobre
del 2010. Da allora ho ricoperto diversi ruoli dirigenziali tra i
quali componente dell'Assemblea Nazionale, dell'Assemblea Regionale
lombarda e del Coordinamento Provinciale di Pavia, nonché
coordinatrice del Circolo SEL Nord Pavese. Fino allo scorso novembre,
quando ho rassegnato le dimissioni da quegli incarichi annunciando
contestualmente la mia uscita da SEL.
Attualmente sono
Portavoce Nazionale del Movimento RadicalSocialista, che mi onoro di
rappresentare, e componente dell'Osservatorio sulla Legalità in
provincia di Pavia.
Sono candidata
consigliere, nel collegio di Milano e provincia, alle elezioni
regionali Lombarde del 24 e 25 febbraio.
Ho accettato la
candidatura nella lista ETICO A SINISTRA – PER UN'ALTRA
LOMBARDIA, la lista voluta da Andrea di Stefano dopo la sua
esperienza alle Primarie per il candidato Presidente alla Regione
Lombardia (la nostra lista rientra nella coalizione di
centrosinistra per Ambrosoli Presidente).
Ho iniziato questa
esperienza con convinzione e determinazione, affascinata e attratta
da quelle due semplici parole che sono contenute nel simbolo della
lista (semplici ma così piene di significato) e da un programma di
governo della Regione chiaro e intransigente, frutto di una visione
del mondo e della società assolutamente condivisibile.
In quelle parole
(ETICO E SINISTRA) mi rispecchio pienamente, da donna di sinistra
e da cittadina lombarda che è nata, è vissuta e vive in una terra
tanto ricca di storia risorse e tradizioni quanto sfregiata,
usurpata, sfruttata e persino sfigurata da decenni di amministrazioni
di centrodestra sottomesse a logiche di casta e ad oscuri interessi
personalistici.
Una regione dove
risorse e beni, una volta comuni, sono oggi ad esclusivo appannaggio
e beneficio di pochi; un territorio che ha rappresentato per anni
opportunità di lavoro e crescita, e che oggi sta morendo
schiacciato da una crisi direttamente o indirettamente alimentata
anche dalla classe dirigente che fino ad oggi lo ha governato.
Credo fermamente
che sia giunto il momento di dire basta! Perché sono davvero
stanca di vedere un patrimonio di risorse, di valori e di idee
calpestato dal qualunquismo, dalla cattiva politica e
dall'illegalità, e perché credo che si debbano rimettere al centro
della discussione i programmi e le idee che hanno sempre fatto la
differenza fra una visione laica e di sinistra e tutto il resto.
Con la mia
candidatura intendo rappresentare ogni normale e comune cittadino
lombardo, con i problemi che giornalmente si trova ad affrontare,
con i tempi e i costi con i quali fa i conti ogni volta che deve
prenotare un esame clinico, quando prende un mezzo pubblico o quando
manda i figli a scuola; quella scuola pubblica che è ormai ridotta
all'osso perché l'unica scuola che la Lombardia ha valorizzato e
sulla quale ha investito è quella privata, in spregio ai principi
costituzionali contenuti nell’art. 9 ma anche, indirettamente,
negli articoli 3 e 4.
Intendo
rappresentare quella normalità che è la stessa MIA normalità.
Voglio al
contempo mettere a disposizione le mie competenze e la mia esperienza
personale e professionale, dando però a quest'ultima il nome e
il volto di tutti coloro che incontro quotidianamente nello
svolgimento della mia attività lavorativa e che non hanno più una
dignità perché l'hanno persa nel preciso istante in cui hanno perso
il lavoro.
Credo che le
Istituzioni non dovrebbero mai dimenticare che la parte più
importante da salvaguardare sono i cittadini e la qualità delle loro
vite. Dunque, voglio provare ad affrontare i problemi dal punto di
vista dei cittadini, delle loro difficoltà e dei loro drammi umani,
partendo dalle loro e dalle nostre storie, prima ancora che dalle
statistiche le quali, per quanto importanti, non saranno mai in
grado di dare la misura del disagio e della sofferenza umana che si
celano dietro quei numeri.
In quest'ottica
vorrei contribuire a far sì che in Lombardia, al centro di ogni
politica, ci sia la persona e la sua libertà, i suoi diritti, la sua
dignità, il suo tempo e la sua crescita.
Vorrei muovermi da
questi presupposti e dunque, se avrò l’onore e la responsabilità
di rappresentare i cittadini lombardi in Regione, farò tutto ciò
che sarà in mio potere per salvaguardare in particolar modo il
lavoro, promuovendolo con ogni mezzo (attraverso forme di
sostegno, incentivazione e sviluppo) e comunque prevedendo strumenti
di tutela del reddito quali il reddito minimo garantito. Ritengo che
si debba, nel contempo, escludere categoricamente il sistematico
utilizzo della precarietà per eludere i diritti dei lavoratori. Ed
occorre tutelare anche le piccole imprese, gli artigiani e le piccole
partita Iva, che al pari dei lavoratori dipendenti sono i soggetti
maggiormente colpiti dalla crisi.
Tuttavia per voltare
pagina non si può, in particolar modo in Lombardia, non affrontare
il tema della sanità pubblica, che non può più essere
terreno di conquista di politici, speculatori e malfattori, né
apparato all’interno del quale alimentare clientelismi e privilegi.
La sanità lombarda deve ritrovare a tutti gli effetti la sua
dimensione pubblica e soprattutto laica, e per far ciò deve
attuare politiche di assoluta trasparenza, efficienza di gestione,
eliminazione degli sprechi e accesso rapido per tutti i cittadini.
Ed è di tutta evidenza che non vi può essere crescita, trasparenza,
libertà e benessere se non vi è legalità, e per essa
continuerò caparbiamente a battermi come ho sempre fatto.
Se questi sono
alcuni degli obiettivi che mi prefiggo, vorrei nel contempo
dimostrare che la politica può essere fatta stando in mezzo alla
gente e quindi anche lontano dalle segrete stanze e dai centri più o
meno occulti di potere; e che può essere fatta da qualunque
cittadino normale che abbia l'obiettivo di rendere speciale l'intera
collettività.
Per tutti questi
motivi appoggio in pieno il programma elettorale di ETICO A
SINISTRA, sperando di poter contribuire non solo alla sua
attuazione ma anche ad una sua futura ulteriore elaborazione.
Ho dunque accettato
la candidatura perché sono fermamente convinta che non può esserci
una via d'uscita dalla crisi (che è prima di tutto etica e
culturale) né si può pretendere un paese diverso in termini di
equità e giustizia se non ci si assume le proprie
responsabilità quali cittadini, con coerenza e coraggio,
mettendoci la propria faccia, il proprio tempo e il proprio impegno.
Non è più tempo di compromessi, né di delegare girandosi poi
dall'altra parte; è tempo di scelte coerenti e nette, è tempo di
rivoluzioni culturali, di verità e di fermezza, non di silenti
accettazioni.
C'e una canzone di
Ligabue che mi è particolarmente cara e che recita così: “I
primi mangiano tutto e gli ultimi pagano tutto quel conto... è la
linea sottile fra il tuo bene e il tuo male, c'è una linea sottile
fra tacere e subire, c'è una linea sottile fra star fermi e subire.
Cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?”. Io ho fatto
le mie scelte, ho deciso da tempo da che parte stare; voglio
partecipare alle rivoluzioni delle idee, voglio provare a raccontare
le mie, le nostre verità, voglio contribuire a voltare pagina perché
sono certa che cambiare si può.
Voglio farlo, e non
conosco altro modo che partendo dai valori che mi sono propri:
quelli di sinistra! Per questo vi chiedo di unirvi a me e di
darmi la vostra fiducia e il vostro voto esprimendo la preferenza e
scrivendo il mio cognome: il cognome di una persona normale, proprio
come voi, perché solo insieme saremo in grado di riprenderci le
nostre vite e il nostro futuro.
Serena
Cernecca
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