venerdì 18 gennaio 2013

Il mio impegno per un futuro migliore, in un’altra Lombardia
Cari amici, vorrei provare a raccontarmi.
Sono nata a Milano il 4 settembre di un anno speciale, il 1968, e forse non è un caso…
Sono sposata (con un infermiere professionale) e ho due figli. Nel ’91 mi sono laureata in giurisprudenza all'Università Statale di Milano; e nel ’95, dopo aver esperito la pratica forense, ho superato l'esame per l'abilitazione alla professione di avvocato. Da allora esercito la professione principalmente in ambito giuslavoristico e penalistico.
Dopo qualche anno di militanza nel PD ho aderito a Sinistra Ecologia e Libertà, partecipando come delegata al suo congresso fondativo nell'ottobre del 2010. Da allora ho ricoperto diversi ruoli dirigenziali tra i quali componente dell'Assemblea Nazionale, dell'Assemblea Regionale lombarda e del Coordinamento Provinciale di Pavia, nonché coordinatrice del Circolo SEL Nord Pavese. Fino allo scorso novembre, quando ho rassegnato le dimissioni da quegli incarichi annunciando contestualmente la mia uscita da SEL.
Attualmente sono Portavoce Nazionale del Movimento RadicalSocialista, che mi onoro di rappresentare, e componente dell'Osservatorio sulla Legalità in provincia di Pavia.
Sono candidata consigliere, nel collegio di Milano e provincia, alle elezioni regionali Lombarde del 24 e 25 febbraio.
Ho accettato la candidatura nella lista ETICO A SINISTRA – PER UN'ALTRA LOMBARDIA, la lista voluta da Andrea di Stefano dopo la sua esperienza alle Primarie per il candidato Presidente alla Regione Lombardia (la nostra lista rientra nella coalizione di centrosinistra per Ambrosoli Presidente).
Ho iniziato questa esperienza con convinzione e determinazione, affascinata e attratta da quelle due semplici parole che sono contenute nel simbolo della lista (semplici ma così piene di significato) e da un programma di governo della Regione chiaro e intransigente, frutto di una visione del mondo e della società assolutamente condivisibile.
In quelle parole (ETICO E SINISTRA) mi rispecchio pienamente, da donna di sinistra e da cittadina lombarda che è nata, è vissuta e vive in una terra tanto ricca di storia risorse e tradizioni quanto sfregiata, usurpata, sfruttata e persino sfigurata da decenni di amministrazioni di centrodestra sottomesse a logiche di casta e ad oscuri interessi personalistici.
Una regione dove risorse e beni, una volta comuni, sono oggi ad esclusivo appannaggio e beneficio di pochi; un territorio che ha rappresentato per anni opportunità di lavoro e crescita, e che oggi sta morendo schiacciato da una crisi direttamente o indirettamente alimentata anche dalla classe dirigente che fino ad oggi lo ha governato.
Credo fermamente che sia giunto il momento di dire basta! Perché sono davvero stanca di vedere un patrimonio di risorse, di valori e di idee calpestato dal qualunquismo, dalla cattiva politica e dall'illegalità, e perché credo che si debbano rimettere al centro della discussione i programmi e le idee che hanno sempre fatto la differenza fra una visione laica e di sinistra e tutto il resto.
Con la mia candidatura intendo rappresentare ogni normale e comune cittadino lombardo, con i problemi che giornalmente si trova ad affrontare, con i tempi e i costi con i quali fa i conti ogni volta che deve prenotare un esame clinico, quando prende un mezzo pubblico o quando manda i figli a scuola; quella scuola pubblica che è ormai ridotta all'osso perché l'unica scuola che la Lombardia ha valorizzato e sulla quale ha investito è quella privata, in spregio ai principi costituzionali contenuti nell’art. 9 ma anche, indirettamente, negli articoli 3 e 4.
Intendo rappresentare quella normalità che è la stessa MIA normalità.
Voglio al contempo mettere a disposizione le mie competenze e la mia esperienza personale e professionale, dando però a quest'ultima il nome e il volto di tutti coloro che incontro quotidianamente nello svolgimento della mia attività lavorativa e che non hanno più una dignità perché l'hanno persa nel preciso istante in cui hanno perso il lavoro.
Credo che le Istituzioni non dovrebbero mai dimenticare che la parte più importante da salvaguardare sono i cittadini e la qualità delle loro vite. Dunque, voglio provare ad affrontare i problemi dal punto di vista dei cittadini, delle loro difficoltà e dei loro drammi umani, partendo dalle loro e dalle nostre storie, prima ancora che dalle statistiche le quali, per quanto importanti, non saranno mai in grado di dare la misura del disagio e della sofferenza umana che si celano dietro quei numeri.
In quest'ottica vorrei contribuire a far sì che in Lombardia, al centro di ogni politica, ci sia la persona e la sua libertà, i suoi diritti, la sua dignità, il suo tempo e la sua crescita.
Vorrei muovermi da questi presupposti e dunque, se avrò l’onore e la responsabilità di rappresentare i cittadini lombardi in Regione, farò tutto ciò che sarà in mio potere per salvaguardare in particolar modo il lavoro, promuovendolo con ogni mezzo (attraverso forme di sostegno, incentivazione e sviluppo) e comunque prevedendo strumenti di tutela del reddito quali il reddito minimo garantito. Ritengo che si debba, nel contempo, escludere categoricamente il sistematico utilizzo della precarietà per eludere i diritti dei lavoratori. Ed occorre tutelare anche le piccole imprese, gli artigiani e le piccole partita Iva, che al pari dei lavoratori dipendenti sono i soggetti maggiormente colpiti dalla crisi.
Tuttavia per voltare pagina non si può, in particolar modo in Lombardia, non affrontare il tema della sanità pubblica, che non può più essere terreno di conquista di politici, speculatori e malfattori, né apparato all’interno del quale alimentare clientelismi e privilegi. La sanità lombarda deve ritrovare a tutti gli effetti la sua dimensione pubblica e soprattutto laica, e per far ciò deve attuare politiche di assoluta trasparenza, efficienza di gestione, eliminazione degli sprechi e accesso rapido per tutti i cittadini. Ed è di tutta evidenza che non vi può essere crescita, trasparenza, libertà e benessere se non vi è legalità, e per essa continuerò caparbiamente a battermi come ho sempre fatto.
Se questi sono alcuni degli obiettivi che mi prefiggo, vorrei nel contempo dimostrare che la politica può essere fatta stando in mezzo alla gente e quindi anche lontano dalle segrete stanze e dai centri più o meno occulti di potere; e che può essere fatta da qualunque cittadino normale che abbia l'obiettivo di rendere speciale l'intera collettività.
Per tutti questi motivi appoggio in pieno il programma elettorale di ETICO A SINISTRA, sperando di poter contribuire non solo alla sua attuazione ma anche ad una sua futura ulteriore elaborazione.
Ho dunque accettato la candidatura perché sono fermamente convinta che non può esserci una via d'uscita dalla  crisi (che è prima di tutto etica e culturale) né si può pretendere un paese diverso in termini di equità e giustizia se  non ci si assume le proprie  responsabilità quali cittadini, con coerenza e coraggio, mettendoci la propria faccia, il proprio tempo e il proprio impegno. Non è più tempo di compromessi, né di delegare girandosi poi dall'altra parte; è tempo di scelte coerenti e nette, è tempo di rivoluzioni culturali, di verità e di fermezza, non di silenti accettazioni.
C'e una canzone di Ligabue che mi è particolarmente cara e che recita così: “I primi mangiano tutto e gli ultimi pagano tutto quel conto... è la linea sottile fra il tuo bene e il tuo male, c'è una linea sottile fra tacere e subire, c'è una linea sottile fra star fermi e subire. Cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?”. Io ho fatto le mie scelte, ho deciso da tempo da che parte stare; voglio partecipare alle rivoluzioni delle idee, voglio provare a raccontare le mie, le nostre verità, voglio contribuire a voltare pagina perché sono certa che cambiare si può.
Voglio farlo, e non conosco altro modo che partendo dai valori che mi sono propri: quelli di sinistra! Per questo vi chiedo di unirvi a me e di darmi la vostra fiducia e il vostro voto esprimendo la preferenza e scrivendo il mio cognome: il cognome di una persona normale, proprio come voi, perché solo insieme saremo in grado di riprenderci le nostre vite e il nostro futuro.
Serena Cernecca

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